Cronache festivaliere #2

Cronache festivaliere #2

Il nostro quartier generale, da bravo Ostello (della gioventù, si sarebbe detto un tempo) puzza giustamente di piedi, brufoli, ascelle e speranze ormonali, ma gli vogliamo bene anche per questo. In più abbiamo notato che il nostro essere italiani comincia a suscitare qualche perplessità, in giro per la Berlinale. Così, fieri della nostra pericolosità epidemica ..

Cronache festivaliere

Cronache festivaliere

Il quartier generale di BILLY è nella parte ovest di Kreuzberg, e — grazie al già leggendario autobus M41 (che compare dal nulla quando meno te lo aspetti) — raggiungere Potsdamer è veramente molto veloce e semplice. Destreggiarsi tra i settecento programmi della Berlinale — che quest’anno, rischiando una rivolta che è montante e già ..

Il rimosso della contemporaneità

Il rimosso della contemporaneità

Qualche mese fa, proprio su BILLY, presentando il festival di documentari Meet The Docs!, scrivevo che i documentari sono importanti – oggi ancora più di ieri – perché, in un mondo che costruisce muri ad ogni bordo e su ogni lembo, i documentari sono in grado di abbattere questi muri e, con le relative macerie, di ..

BILLY #2.2017 – IL DOGMA DEL REALE

BILLY #2.2017 – IL DOGMA DEL REALE

Perché Leonardo Di Costanzo abbandona il documentario per la fiction, dicendo che solo attraverso la fiction riesce davvero a raccontare la realtà? Perché Gianfranco Rosi vince a Venezia e a Berlino con due documentari che sembrano (e in larga misura sono) prodotti di finzione? Perché la strage di Columbine è meglio narrata da un film ..

BILLY #1.2017 – (IL MONDO COME VOLONTÀ E) AUTO-RAPPRESENTAZIONE

BILLY #1.2017 – (IL MONDO COME VOLONTÀ E) AUTO-RAPPRESENTAZIONE

Fuocoammare che vince a Berlino è una buona notizia? E Sacro GRA che vince Venezia? E le tante statuette di La La Land ci fanno felici? Perché il cinema è volontà e (auto)rappresentazione – giusto per ribaltare il titolo del nuovo numero cartaceo di BILLY? Un numero molto particolare, che ci piace molto, che ci intriga, perché ha elementi di ..

BILLY #2.2016 – THE ACT OF LOOKING #2

Numero di fine anno, per la nuova stagione di BILLY, quindi un numero di bilancia, mentre per il 2017 si agitano novità eccitanti. Un numero ancora dedicato all’atto di guardare, però, in cui ospitiamo le visioni, gli incubi, le opinioni e le provocazioni di altri agitatori culturali che hanno acconsentito ad accompagnarci. Silvia Camporesi con ..

Birdman, purtroppo

Birdman, purtroppo

Birdman è un brutto film e basta. (Non me ne frega niente che abbia vinto un Oscar, ma questo è persino pleonastico da affermare.) Birdman non è brutto, indisponente, reazionario come Babel, ma è comunque brutto. E il fatto che non sia così brutto, indisponente e reazionario come Babel è un’ulteriore aggravante, ché almeno Babel provava a esistere. Birdman sopravvive, al massimo vivacchia, e ..

The Wolf of Wall Street, o della fine della tragedia

The Wolf of Wall Street, o della fine della tragedia

Martin Scorsese ha fatto un altro film. Martin Scorsese ha fatto un altro film con Leonardo DiCaprio. L’ha fatto l’anno scorso, Martin Scorsese, e ha fatto il film più scorsesiano che potesse fare – e ora può anche non fare più nulla. Perché The Wolf of Wall Street è Scorsese puro e amplificato, perfetto e geometrico, inimitabile ..

Interstellar, la nuova odissea

Interstellar, la nuova odissea

Perché Interstellar non ci convince completamente? Perché il discorso <<è un film di Nolan, quindi mi aspetto di più>> è forse altrettanto poco sensato? Credo sia presto detto: in Interstellar – che, sia chiaro, regge la tensione e la narrazione a discapito di una durata smisurata – manca il cinema. Nel senso che tutto scorre via liscio come un ..

Billy. La nuova carne

Billy. La nuova carne

Billy cambia ancora pelle. Per l’ennesima volta, in un panorama non incoraggiante, Billy esiste e resiste, come mai prima. Certo, ci siamo trasformati, abbiamo perso qualche compagno per strada, siamo mutati, com’è necessario che faccia chi non vuole andare in pensione o morire senza aver vissuto, ma siamo sempre noi, con tutto ciò che di ..

Volontà e rappresentazione

Volontà e rappresentazione

È sempre molto singolare riflettere su un processo creativo attraverso un altro processo creativo. Mettendo da parte, per un attimo, i biopic, soprattutto quelli su artisti et similia (anche se il concetto di creatività – e forse di cultura e forse di arte – potrebbe e dovrebbe essere più diffuso), è la descrizione – la rappresentazione – stessa ..

Le streghe di Salem

Le streghe di Salem

The Lords of Salem, USA/UK/Canada, 2012, Rob Zombie (R. e Sc.) È significativo che il titolo originale dell’ultimo film di Rob Zombie sia stato virato al femminile per la distribuzione italiana, trasformato, da The Lords of Salem (I Signori di Salem), in Le streghe di Salem. Certo, è lineare con lo sviluppo del film e con la sua trama; ..

Noi siamo loro…

… e loro sono noi. È una delle frasi più usate – spesso abusate – nel cinema, nella comunicazione, nella pubblicità, nei tentativi di far colpo a una cena o su una ragazza. Che si parli dei microbi che albergano nel nostro corpo, che lo dica Mario Monti qualche giorno prima delle elezioni riferendosi all’Europa, che ..

George A. Romero

In un numero che porta nel titolo, nel suo FiloRosso, una frase “spuria” di un film di George A. Romero (la frase è in realtà presa dal remake – firmato da Tom Savini ma con la sceneggiatura dello stesso Romero – del suo esordio cinematografico, quel La notte dei morti viventi (Night of the Living Dead, 1968) ..

La sineddoche della liberazione

«Non è la libertà che manca. Mancano gli uomini liberi.» Leo Longanesi Come avrete intuito, abbiamo deciso di parlare di liberazione, in questo nuovo numero di BILLY, un numero nuovo di zecca che corre a cavallo tra gennaio e febbraio. Ovviamente ce l’hanno ispirata, quest’insana decisione, due film in uscita in questo periodo, due film ..

Marco Bellocchio. La liberazione come morte?

Marco Bellocchio. La liberazione come morte?

Nell’esordio di Marco Bellocchio – il folgorante, clamoroso ed estremo I pugni in tasca (1965) – sembra non esserci possibilità di liberazione dalla cecità dei ricordi, dall’epilettico ritardo mentale che rende inutili agli occhi degli affetti, dalla mediocrità e dal cinismo arrivista e omologante, dalla morbosità incestuosa e autoreferenziale, dal narcisismo indulgente e lassista dei protagonisti del ..