Sogni d’oro
Regia 2
Soggetto e sceneggiatura 2
Fotografia 2
Cast 0
Colonna sonora 4

Sogni d’oro, ITA, 1981, Nanni Moretti (R. e Sc.) Nella storia del cinema sono tanti gli esempi in cui un film viene preso a riferimento per riassumere appieno l’estetica di un autore, così come sono innumerevoli quelli in cui un regista ci racconta di sé usando un attore come suo alter ego. Meno numerosi sono quei ..

Summary 2.0 normale

Sogni d’oro

Sogni d’oro, ITA, 1981, Nanni Moretti (R. e Sc.)

Nella storia del cinema sono tanti gli esempi in cui un film viene preso a riferimento per riassumere appieno l’estetica di un autore, così come sono innumerevoli quelli in cui un regista ci racconta di sé usando un attore come suo alter ego. Meno numerosi sono quei casi in cui, nello stesso film, le due cose convivono e coincidono, armonizzandosi al punto tale che l’autore riesce a manifestare sia se stesso che il suo cinema. Come l’Antoine Doinel di Truffuat, Michele Apicella rappresenta sullo schermo tutte le sfaccettature del “personaggio” Nanni Moretti, diventando, in questo film come in tutti gli altri in cui è presente, qualcosa di molto più di un semplice alter ego, aderendo in modo completo all’autore, dimostrandosi specchio delle sue nevrosi, dei suoi tormenti e delle sue ossessioni. Sogni d’oro è il terzo lungometraggio di un Nanni Moretti che, dopo il successo dei suoi film precedenti (Io sono un autarchico e Ecce Bombo) si trova tra il fuoco incrociato dei suoi detrattori, che lo accusano di un eccessivo intellettualismo e troppa autoreferenzialità, e dei suoi sostenitori, che vedono in lui il pioniere di un linguaggio e di un cinema nuovo. È in questo contesto che Michele Apicella-Nanni Moretti si trova a girare un film poco sentito quanto atteso da tutti, a districarsi fra tutte quelle voci che criticano o elogiano i suoi lavori precedenti senza alcuna cognizione di causa, a volte senza neanche averli visti, in una società in cui addetti ai lavori e non si sentono in dovere di dire la loro su un fenomeno come quello che rappresentò l’uscita dei suoi film precedenti. Ed è in questo contesto che nasce anche Sogni d’oro, come risposta alle critiche e alle lusinghe, un film talmente morettiano che difficilmente se ne riuscirebbero a cogliere tutte le sfumature senza prima aver visto la filmografia precedente del regista e senza conoscere quello che rappresentò allora la figura di questo nuovo e giovane regista per il panorama cinematografico italiano.

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