BILLY #2.2020 – LA RESISTENZA DEL CORPO
La resistenza del corpo
“Il volto è quella lastra nervosa porta-organi che ha sacrificato l’essenziale della propria mobilità globa- le, e che raccoglie o esprime apertamente ogni specie di piccoli movimenti locali che il resto del corpo tiene normalmente nascosti” scriveva Gilles Deleuze in Immagine-movimento.
Gli eventi che hanno marchiato la storia e la narrazione degli ultimi mesi ci hanno, molto banalmente, costretto a cambiare le nostre abitudini, a prendere forzatamente atto di una dimensione intima e personale, a ricercare spazi in spazi angusti, a riempire tempi che prima cercavamo con difficoltà, ma anche a fare i conti con una percezione diversa dei nostri corpi, forse più profonda, di certo più consapevole.
Abbiamo dapprima sacrificato la nostra mobilità ritrovandoci costretti tra le mura di casa, (ri) scoprendo la voglia e il valore dell’esercizio fisico o, al contrario, quella della vita sedentaria; abbiamo filtrato le nostre comunicazioni attraverso schermi che omettevano la presenza dei nostri corpi, veicolando le nostre emozioni attraverso dei primi piani; abbiamo poi celato i nostri volti, ritrovando la prossimi- tà fisica degli affetti ma negandoci la vicinanza del contatto.
Partendo da queste considerazioni abbiamo deciso di dedicare questo numero di Billy al corpo e alla sua naturale funzione di veicolo fondamentale della narrazione individuale e collettiva, al suo po- tere espressivo e all’importanza della sua presenza – o della sua assenza – nel contesto delle arti visive, ma anche per ciò che riguarda la vita di tutti i giorni. Che poi, forse, è la stessa cosa.