La Banda Riciclante
La Banda Riciclante è un docufilm che racconta un progetto realizzato dall’Associazione Teatro dei Mignoli – associazione di promozione sociale che opera a Bologna dal 2002 – e rivolto agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado e alle loro famiglie per educare sui temi dell’eco-sostenibilità ambientale. Il documentario è stato realizzato durante l’anno scolastico 2012/2013, periodo in cui il gruppo di formatori dell’associazione ha visitato in veste di supereroi dell’ambiente 15 scuole medie italiane con più di 600 studenti. Da questa esperienza è nato il film, che raccoglie, tramite interviste che si alternano alle immagini dei laboratori e delle attività ludiche proposte dagli educatori/attori, le voci dei ragazzi e delle ragazze che cercano di rispondere a domande che spaziano dalle abitudini delle loro famiglie al futuro che secondo loro ci attende.
Ciò che colpisce in prima battuta sono le risposte lucide e amare dei bambini/adolescenti che accusano senza mezzi termini il mondo degli adulti – alcuni puntano il dito anche contro la politica – di non interessarsi al loro futuro, delineando i contorni di una terra in cui prossimamente “non ci sarà più la natura perché gli uomini avranno distrutto tutto”. Il docufilm ha quindi sicuramente il merito in primis di aver intercettato, in tempi non sospetti, quel sentimento diffuso tra i giovanissimi che oggi abbiamo imparato a riconoscere come eco-ansia, ovvero l’ansia provocata dalla minaccia del cambiamento climatico.
Tuttavia, nonostante il pessimismo serpeggi anche tra le immagini della Banda Riciclante, in uno scenario in cui il mondo dell’audiovisivo propone solo narrazioni catastrofiche e colpevolizzanti sul tema della sostenibilità e dell’ambiente, il documentario si presenta invece come un manuale di istruzioni ottimista e coraggioso su come salvarci dalla crisi climatica. Per scongiurare la fine del mondo, gli ingredienti principali sono collettività, formazione giocosa e divulgazione applicati a dei contesti alla portata di tutti: il riciclo, il recupero del materiale di scarto, la pulizia di un’aiuola. Piccole gestualità, pratiche e ritualità che, se condivise e praticate dalla giovane età, diventano parte del DNA e hanno la potenzialità di trovare più ampia diffusione attraverso la contaminazione del nucleo familiare e dello spazio pubblico.
Difatti, le scene più potenti del documentario sono quelle che immortalano le parate festose in cui gli studenti e le studentesse sfilano per le città mostrando ai passanti gli oggetti realizzati durante i laboratori, trasformandosi così in piccoli divulgatori di un messaggio di sensibilizzazione civica e ambientale attraverso un linguaggio che alla freddezza dei dati e delle profezie del terrore oppone la forza catartica e liberatoria del teatro, dell’arte, della musica. Come in un carnevale bachtiniano che ha il potere di ribaltare i regimi esistenti e le verità dominanti, così le immagini delle parate riciclanti del docufilm hanno il potere di creare, seppure temporaneamente, degli squarci che portano lo spettatore a immaginare un futuro diverso, o, meglio, un futuro possibile.
La Banda Riciclante è purtroppo uno dei pochi prodotti audiovisivi che presentano una narrazione alternativa e propositiva sul tema, ma è allo stesso tempo un exemplum di cui non possiamo fare assolutamente a meno. Il messaggio che rimane alla fine è che nessuno si salva da solo, ma forse se si gioca insieme, insieme anche ci si salva.