Bread and Roses
Sono passati più di vent’anni dall’uscita nelle sale di Bread and Roses e vent’anni sono un periodo sufficientemente lungo per riuscire a trarne delle riflessioni su ciò che aveva da dirci allora e su ciò che avrebbe da dirci ancora oggi. Per riuscire a raccoglierne il messaggio profetico e la denuncia del rischio occorre però contestualizzare l’uscita del film di Ken Loach all’interno del panorama socio-economico che caratterizzava gli scenari politici mondiali degli anni a cavallo del nuovo millennio: quando nel 2000 esce Bread and Roses, tutti quei movimenti e quelle “voci” che dopo la caduta del Muro di Berlino non si riconoscevano nel modello economico unico proposto dall’occidente e, anzi, ne denunciavano la pericolosità e l’insostenibilità ambientale e sociale, non riuscendo a esprimersi attraverso un “corpo” unico, erano però riusciti a rivendicare un luogo fisico (come le piazze e le strade delle città in cui si svolgevano i meeting delle élite che imponevano al mondo le loro linee economiche) in cui tutte le anime del movimento riuscivano a dividere gli spazi e a condividere gli obiettivi contro le politiche neoliberali del nuovo imperialismo. L’anno precedente, infatti, quarantamila persone invasero la città di Seattle impedendo di fatto lo svolgimento dei lavori della riunione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e dando inizio a quella stagione di grandi manifestazioni che culminò con la mattanza al G8 di Genova.
In questo contesto Ken Loach rivendica la propria militanza rappresentando la geografia economica mondiale e le sue iniquità attraverso le battaglie sindacali di una piccola società di pulizie. Nel suo primo film hollywoodiano, il regista britannico denuncia tutte le ingiustizie e le disparità su cui il sistema economico capitalista fonda la sua sopravvivenza, lucrando sui diritti e alimentando le illusioni degli ultimi, e porta sullo schermo uno spaccato profetico di quelli che erano alcuni dei temi sollevati dalla miriade di associazioni che orbitavano all’interno del movimento no-global: lo sfruttamento della forza lavoro del sud del mondo, le rotte migratorie verso paesi ricchi e le conseguenti corse al ribasso sui diritti basilari del lavoro. Bread and Roses affossa il sogno americano mettendoci di fronte al fatto che quel sogno poggia le sue fondamenta su una schiera di invisibili i cui diritti vengono ignorati o negati, e i cui sogni vengono frustrati.
A vent’anni dalla sua uscita e dalla fine di quella stagione di rivendicazioni, il messaggio che un film come quello di Loach riesce a farci arrivare è, purtroppo, ancora fresco e attuale, e l’insostenibilità di quel modello economico e delle conseguenze a cui avrebbe portato sono temi di tutte le agende politiche dei governi del mondo.