The Heist
o delle nuove frontiere del gioco da tavolo
Quello dei giochi da tavolo è un mondo meraviglioso in cui smarrirsi è semplicemente fantastico. È un universo ricco e sfaccettato, attraversato da decine di tipologie di gioco differenti, da meccaniche diverse e da entusiasmanti possibilità al momento ancora in espansione – come il socialismo una volta – e tutte da esplorare. È questo che fa, tra le altre cose, MS Edizioni (una meritoria, geniale, eclettica e pluripremiata casa editrice che, come se non bastasse, ha addirittura la propria sede a Forlì): esplorare nuove e inedite e coraggiose possibilità per il gioco da tavolo.
Non starò qui, ora, a fare una panoramica, neppure breve, sui giochi da tavolo e sul piacere che essi procurano, né vi apparecchierò lunghe pezze sul fatto stesso che giocare a questo tipo di giochi sia vitale e irresistibile, ma sappiate che questa è la prima tappa di un viaggio – che non ci auguriamo breve – in un mondo che, se non siete ancora giocatori, potrebbe cambiarvi non dico la vita, ma almeno le serate. E non sto parlando, con tutto il rispetto, di Risiko o di Monopoli, sto parlando di giochi veri.
The Heist è uno di questi, ed è uno di quei giochi che vengono definiti cooperativi – ossia quei giochi in cui tutti i giocatori collaborano per vincere contro il gioco – ed è un cooperativo in tempo reale. Proprio quella del “tempo reale” è una scommessa innovativa, rivoluzionaria e davvero cruciale.
The Heist è un investigativo, un genere molto ben frequentato dai giochi da tavolo, declinato negli anni nelle maniere più disparate: sostanzialmente si tratta di risolvere una situazione di crisi – che sia un omicidio, un rapimento, una rapina o un orrore di Cthulhu – attraverso specifici meccanismi e dinamiche varie che possono cambiare da gioco a gioco.
Di più: The Heist si colloca per certi aspetti, pur avendo elementi da escape room, sulla scia di prodotti che hanno tentato l’abbattimento della “quarta parete”, una modalità di gioco resa sistemica da giochi come Detective o Hidden Games (e per certi aspetti Tales of Evil) in cui bisogna esondare dalla “finzione” del gioco per progredire nella trama e nel gioco stesso. In questi meravigliosi prodotti, il gioco invade la realtà e la realtà diviene un momento del gioco, i giocatori, come una squadra, si ritrovano a servirsi, ad esempio, di internet e di informazioni connesse sia alla Storia quanto alla contemporaneità per risolvere i casi che stanno affrontando, oppure, ancora, devono “fare cose” nel mondo reale e utilizzare strumenti più o meno quotidiani (cellulari e non solo) come elementi del gioco, in un dialogo tra reale e gaming davvero stupefacente.
The Heist azzarda però un ulteriore passo in avanti che, a giudicare dalla demo che abbiamo avuto la fortuna di poter provare (e che non spoilereremo perché parte del gioco completo), risulta particolarmente intrigante e coinvolgente: il “tempo reale” e il rapporto con la tecnologia. Una volta aperta la scatola il gioco è già sostanzialmente iniziato e i giocatori, essendo un investigativo, si ritrovano immediatamente, da una stanza di coordinamento, a dover affrontare una situazione di emergenza, da risolvere, appunto, in tempo reale e con l’ausilio sia di documenti, mappe e informazioni sia dei propri cellulari, con i quali resteranno in contatto continuo con gli agenti sul campo, da cui riceveranno aggiornamenti, video, messaggi, richieste in una progressione del tempo e della narrazione sempre più serrata.
Giocarci è un’esperienza intensa ed emozionante, anche perché la demo, nonostante sia molto breve, riesce a far intuire perfettamente le potenzialità del meccanismo e di cosa significherà affrontare un caso intero, tanto da mandarmi già in scimmia per l’uscita del gioco completo.
C’è poi un altro elemento, anzi ce ne sono due. Da un lato The Heist fa parte di quella tipologia di giochi da tavolo a cui giochi una volta sola e poi o lo regali o lo tieni in libreria per ricordarti commosso i bei momenti che ti ha regalato, ma questo, lungi dall’essere un limite, rappresenta invece un elemento di ulteriore fascino, perché definisce un’esperienza, carica il gusto e il senso del gioco fino a farlo divenire un vissuto, una storia, condivisa per giunta. D’altro lato, The Heist è un titolo di MS Edizioni, e ciò è, come noto, una garanzia di qualità e di cura, nonché di attenzione a determinati valori che io sposo in pieno (in termini di inclusività, ambiente, lavoro…), e per me, anche – o forse soprattutto – quando si gioca, questo è un elemento sicuramente rilevante. Perché giocare è una cosa seria.