Sarura, the future is an unknown place
Regia 2
Soggetto e sceneggiatura 3
Fotografia 2
Cast 2
Colonna sonora 2

Sarura, the future is an Unknown Place è un documentario di Nicola Zambelli.Per il Meet the docs! Film Fest non è un nome nuovo, infatti nell’edizione del 2020 compare nel documentario The Milky Way, e lo troviamo alla fotografia.Questo recente documentario contiene già nel titolo il suo significato, perché la narrazione di Sarura si inserisce ..

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Sarura, the future is an unknown place

Sarura, the future is an Unknown Place è un documentario di Nicola Zambelli.
Per il Meet the docs! Film Fest non è un nome nuovo, infatti nell’edizione del 2020 compare nel documentario The Milky Way, e lo troviamo alla fotografia.
Questo recente documentario contiene già nel titolo il suo significato, perché la narrazione di Sarura si inserisce nella conosciuta e senza fine storia del conflitto israelo-palestinese, in cui il futuro, effettivamente, sembra un luogo sconosciuto proprio perché ancora, dopo quasi mezzo secolo, non ha fine.
E’ la storia di un conflitto, è vero, ma nello specifico, in questo caso, di una lotta pacifica e di resistenza.

Si tratta di un villaggio nel territorio palestinese di At-Tuwani che viene evacuato a metà degli anni Novanta in seguito alla costruzione delle colonie israeliane di Ma’on e Avigayil che, di fatto, occupano un territorio che non appartiene loro.
La vicenda di Sarura è quella di tanti villaggi palestinesi che vivono quotidianamente espropriazioni di terre nella zona C, ovvero quella zona a sud della Cisgiordania che, in seguito agli Accordi di Taba del 1995, è occupata dai coloni israeliani. Per questo motivo, passa alla storia con il nome di “Territori Palestinesi Occupati”.
Sarura dagli anni Novanta rimane abbandonata finché nel 2017 il movimento della Youth of Sumud partecipa a un’azione di lotta pacifica, insieme ai comitati di resistenza popolare palestinesi e agli attivisti internazionali. L’obiettivo è quello di sottrarre questo territorio alla politica espansionista dei coloni israeliani. Ed è lì che nasce il Sumud Freedom Camp dal quale prende vita il gruppo della Youth of Sumud.
Un gruppo di giovani che vuole ridare vita al villaggio di Sarura con gesti di pace: piantare alberi di ulivo e sistemare le grotte della zona. L’atto di resistenza è la ricostruzione di un luogo. Resistere è ricostruire ciò che è stato distrutto.
Quest’azione pacifica è documentata dai giovani abitanti del villaggio con uno strumento molto semplice: il telefono. Con questo mostrano i continui attacchi dei coloni, l’uccisione del bestiame, la distruzione delle coltivazioni. Persino le bambine e i bambini sono presi di mira mentre vanno a scuola, e per questo non possono muoversi senza la scorta delle Autorità.

Nicola Zambelli visita quei luoghi nel 2009, conoscendo dei bambini che al suo ritorno, dieci anni dopo, sono diventati adulti e aderiscono al movimento della Youth of Sumud.
Lo fanno perché sono cresciuti di pari passo col conflitto e sperano adesso, una volta cresciuti, di porvi fine con le azioni di resistenza, in modo da permettere ai più piccoli di vivere un’adolescenza differente rispetto alla loro, non a contatto con le armi. Per dirla in breve, sarebbe sufficiente dare loro la possibilità di attraversare il percorso verso scuola senza la scorta.
La risposta che danno alle violente espropriazioni degli israeliani non è altrettanta violenza, ma la ricostruzione di un territorio distrutto. La resistenza è perseveranza, e il movimento non si arrende nemmeno di fronte ai soldati armati che vigilano il lembo di terra invisibile che separa i palestinesi dagli israeliani.
La storia di Sarura è l’ennesima storia di una violenza incomprensibile che nasce attorno all’idea di Potere, Stato e Confine. Tutti concetti creati dall’uomo che non hanno fatto altro che mettere gli uni contro gli altri.
Guardare Sarura aiuta, quindi, a comprendere quanto questi concetti, spesso, sviliscano quelli più puri di umanità e fratellanza. Finché si combatterà per la definizione di un confine su una terra, che fino a prova contraria per natura non esiste, il futuro sarà davvero un luogo sconosciuto.

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