Effetto Notte
La nuit américaine, FranciaItalia, 1973, François Truffaut (R.), François Truffaut, Jean-Louis Richard, Suzanne Schiffman (Sc.)
Nella sequenza più onirica di Effetto Notte, quella del sogno che viene portato avanti a più riprese durante il film, un Truffaut bambino cammina di notte per una strada silenziosa, si intrufola clandestinamente in un cinema chiuso e ruba le fotografie pubblicitarie di un film di Orson Welles. Lo spettatore di Effetto Notte non è dissimile da quel bambino curioso e bramoso di entrare con ogni mezzo in possesso del cinema che tanto adora. Truffaut ci porta dietro la macchina da presa, ci racconta il cinema che sta dietro al cinema attraverso il cinema. La storia del regista Ferrand e della sua troupe non ha tempo e potrebbe essere ambientata in qualsiasi epoca durante e dopo il ‘900. Non cambierebbe nulla perché Effetto Notte non parla della lavorazione di un film, ma parla della lavorazione di tutti i film, della passione e dell’amore che chi fa cinema ha verso il cinema stesso. Ferrand si chiede che cosa sia un regista e paragona la realizzazione della sua opera ad un viaggio di una carovana. Pensa al suo lavoro, tira le somme e si rende conto che da un certo momento in poi i problemi personali della troupe non contano più e da lì in poi il Cinema prende il sopravvento.
Dal nostro punto di vista, noi spettatori vediamo e viviamo tutti questi problemi, comprendiamo tutta la fatica, tutto lo stress e tutte le difficoltà che stanno dietro alle riprese, alla produzione, alla creazione del cinema attraverso chi lo vive. Malgrado questo, la macchina dei sogni non si ferma e ingloba tutti dentro di sé, acquistando una malata priorità su tutto. Quando uno degli interpreti del film muore in un incidente, l’incaricato a dare la notizia si precipita sul set per comunicarla. Irrompe mentre la troupe sta girando una delle scene madri del film ma Ferrand lo interrompe, lo ferma e lo zittisce. Non c’è tempo per la morte, è ora di fare cinema e tutto il resto non conta. Effetto Notte è un inno d’amore di Truffaut per la settima arte, un inno dove il regista francese si prodiga a raccontare di se stesso per renderle omaggio.
